Reinventare Monumenti

Al centro del lavoro di Francesco Toniutti (1964) c’è una riflessione sui monumenti, per “reinventarne” la dimensione immaginaria. Toniutti approccia i monumenti in modo sistematico da pittore, facendo emergere quella relazione affettiva che si può instaurare tra queste presenze imponenti e silenziose e un artista di oggi. La retorica che accompagna spesso la concezione e la fruizione di queste opere, qui lascia spazio ad una relazione di familiarità, di ascolto, quasi di complicità. I personaggi immortalati nel bronzo o nel marmo sembrano venire incontro, sussurrare segreti all’artista che li ha avvicinati, liberandoli in questo modo dal “peso” delle loro forme e dalla distanza determinata dal piedistallo: si riconoscono, tra gli altri, il Giuseppe Verdi di piazza Buonarroti, il Cesare Beccaria al centro dell’omonima piazza, e anche il “vilipeso” Vittorio Emanuele II a cavallo. Si stabilisce così una cordialità tra queste presenze a volte austere che popolano le piazze della città e lo sguardo e il mondo dell’artista. Una cordialità che di rimbalzo investe anche tutti noi. Francesco Toniutti ha scelto di realizzare questa serie di dipinti su un supporto insolito: sono carte da parati che in alcuni casi fanno parte del tesoro della sua storia famigliare, in quanto legate al lavoro del padre. Le textures delle carte conferiscono un’imprevista dimensione domestica alle immagini dei monumenti: è un delicato e affettuoso slittamento concettuale che diventa una forma di reinvenzione dei monumenti stessi. La materia della pittura poi contribuisce a dare ulteriore calore a queste presenze, a farle respirare (…).

Giuseppe Frangi

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