Avvistamenti

“Avvistamenti” suggerisce con precisione quale sia
il percorso, o meglio la genesi di Toniutti come pittore. All’inizio
non c’è una necessità espressiva che spinge da dentro. All’inizio c’è
qualcosa di “avvistato”; c’è qualcosa che, da fuori, ha potentemente
intercettato il suo sguardo e che ha determinato la necessità di
depositarsi e di fissarsi anche in un’immagine. Di restare sulle
tele come testimonianza dell’avvistamento accaduto. Ma l’evento
genetico di tutto resta l’avvistamento di quelle forme impreviste
sbucate dentro lo spazio. È in quell’istante che il cuore di Toniutti
è stato toccato e che quindi ha generato il Toniutti pittore. Questo
spiega la sua sincerità, lo stupore delle sue prospettive, la semplicità
così disciplinata dei formati. E questo spiega anche il suo stile, che
mi vien da definire “ad occhi sgranati”.

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